Gonfiore postoperatorio in sede di intervento:
esso aumenterà nelle prime 48 ore per poi diminuire progressivamente; al fine di ridurre tale gonfiore il paziente, a partire dalla quarta giornata postoperatoria, potrà iniziare a fare degli impacchi tiepido umidi.
Lievi perdite di sangue dalle ferite:
possono avvenire nelle prime giornate postoperatorie ma non devono preoccupare in quanto normalmente sono minime e spesso vi è una diluizione con la saliva.
Infezione del sito chirurgico:
complicanza rara il cui rischio è praticamente azzerato da un’accurata igiene orale e dall’utilizzo degli antibiotici nel periodo postoperatorio.
Dolore postoperatorio:
molto soggettivo e a volte influenzato anche dal gonfiore e dalla presenza dei punti in sede intraorale. É facilmente gestibile dal paziente con terapia antidolorifica domiciliare prescritta in fase di dimissione.
Parestesia/ipoestesia dell’area cutanea del mento per irritazione del nervo alveolare inferiore:
Per parestesia si intende una differente percezione della cute, mentre per ipoestesia si intende una ridotta percezione della sensibilità della cute. Il nervo alveolare inferiore è un nervo puramente sensitivo e non motorio, pertanto la sua eventuale infiammazione non causa paralisi della bocca o altri deficit funzionali (non vi saranno limitazioni nei movimenti della lingua, né problematiche a parlare o deglutire).
Tale alterazione, dovuta principalmente all’infiammazione che il nervo subisce durante la procedura chirurgica, si manifesta con una insensibilità della regione del mento. É presente nella quasi totalità dei pazienti operati ma ha normalmente una durata limitata nel tempo di alcuni mesi.
Nella maggior parte dei pazienti nell’arco di 6-12 mesi si ha un completo recupero, anche se non è possibile prevedere con precisione il tempo di ripresa.
In rari casi può residuare un’alterazione permanente di piccole aree della cute che non deve preoccupare in quanto si ha un adattamento spontaneo a tale condizione che non lascia nessun esito funzionale nel paziente.
Grazie alle moderne tecnologie il rischio, da parte del chirurgo, di danneggiare direttamente il nervo è ridotto praticamente a zero e con esso il rischio di danni permanenti ed estesi al nervo stesso.
Parestesia e/o ipoestesia del nervo infraorbitario:
Questo nervo è deputato all’innervazione della cute delle regione del naso, del labbro superiore e di parte dello zigomo: anch’esso, durante la procedura chirurgica, subisce un’infiammazione così come il nervo alveolare inferiore, ma di minore entità. Di conseguenza la quasi totalità dei pazienti riferisce, nell’immediato post operatorio, una ipoestesia della cute vicino al labbro ma nell’arco di poche settimane essa scompare completamente senza lasciare nessuna alterazione.
Esposizione o dolore delle placche di osteosintesi:
i mezzi di sintesi per quanto biocompatibili possono, nel tempo, provocare fastidio o infettarsi. In questi casi vanno rimossi con un semplice intervento in anestesia locale. Questo non ha conseguenze sull’esito dell’intervento in quanto l’osso dopo 90 giorni dall’operazione è completamente guarito.
Sofferenza di alcuni elementi dentali:
in rari casi si può presentare la necrosi dell’elemento dentale e la sua conseguente devitalizzazione. Tale complicanza si può verificare quando le osteotomie ossee devono essere effettuate molto vicino alle radici dei denti. Attraverso la devitalizzazione dell’elemento dentale si ha la completa regressione dei sintomi, mantenendo l’elemento in arcata.