MENTOPLASTICA

La genioplastica o mentoplastica è quella tecnica chirurgica che ha come obiettivo il riposizionamento nello spazio del mento. Il mento, così come il naso, ha una grande rilevanza estetica in tutti i pazienti con anomalie dentoscheletriche. Talvolta può presentarsi troppo prominente, nelle terze classi, o troppo retruso, nelle seconde classi, o, per finire, essere deviato da un lato nelle asimmetrie. Attraverso l’intervento di mentoplastica si possono correggere tutte queste anomalie avanzando, arretrando o traslando il mento nella posizione desiderata. L’intervento può essere eseguito contestualmente all’intervento di riposizionamento delle arcate dentali o in un secondo momento. La scelta di differire la procedura viene spesso preferita, nei casi meno gravi, per permettere al chirurgo e al paziente stesso di valutare correttamente l’adattamento dei tessuti molli dopo lo spostamento mandibolare.

L’intervento, della durata media di circa 1 ora, prevede un piccola incisione intraorale nella mucosa mandibolare al di sotto degli incisivi inferiori. 

Si deve esporre l’osso fino ad identificare l’emergenza del nervo mentoniero, ramo terminale del nervo alveolare inferiore, che normalmente si posiziona tra il quarto e il quinto elemento dentale dell’arcata mandibolare.

Successivamente si esegue l’osteotomia dell’osso che deve rimanere qualche millimetro distanziata dal nervo per evitarne danneggiamenti. L’osteotomia può prevedere, al fine di rendere più armonico il mento col resto del viso, sia rimozioni di porzioni ossee (mentoplastica riduttiva) o innesti di osso al fine di aumentare il volume (mentoplastica additiva).

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Una volta completato il taglio e mobilizzato il frammento osseo, si riposiziona nella posizione desiderata e si stabilizza con una o due placche e viti in titanio.

Al termine di questo passaggio si esegue la sutura delle ferite, la quale deve eseguita con particolare attenzione per riposizionare correttamente i muscoli mentonieri.

I punti vengono dati con fili riassorbibili che quindi si sciolgono da soli; normalmente vengono comunque rimossi dopo 15 giorni per evitare eccessivi fastidi dovuti all’infiammazione delle incisioni.