Questo tipo di malocclusione si caratterizza tipicamente per la presenza di una mandibola eccessivamente sviluppata oppure un mascellare superiore iposviluppato, con conseguente presenza di un MORSO INVERSO, ovvero i denti di sotto sono posizionati davanti a quelli di sopra.
In questo tipo di malocclusione i denti delle due arcate, non trovando i corretti contatti tra denti superiori ed inferiori, si adattano portando a dei compensi dentali.
Gli elementi dentali dell’arcata mandibolare, ed in particolare gli incisivi, sono tipicamente inclinati verso la lingua, mentre i denti superiori sono più inclinati in avanti.
Talvolta nei casi meno gravi i denti delle due arcate si toccano leggermente definendo un MORSO TESTA A TESTA
Nonostante clinicamente il paziente si caratterizzi per quello che comunemente è chiamato PROGNATISMO MANDIBOLARE (definizione di eccesso di crescita della mandibola), in realtà molto spesso è il mascellare superiore a non essere abbastanza sviluppato. Infatti quando si esegue una scrupolosa analisi del paziente, sia dal punto di vista scheletrico che dell’estetica facciale, si apprezza quasi sempre un deficit volumetrico a livello zigomatico. Questo fa sì che il paziente in terza classe scheletrica presenti un profilo che viene definito concavo con associata una lassità dei tessuti delle aree zigomatiche dovute proprio alla mancanza di sostegno scheletrico. Il mento, che comunemente viene percepito dal paziente come sporgente o troppo rappresentato, è infatti nella maggior parte dei casi in una posizione pressoché corretta se si considerano nel loro complesso le proporzioni del volto del paziente.
Lo scopo del trattamento chirurgico risulta quindi duplice: da una parte ridurre la proiezione del mento nel profilo del paziente e dall’altra valorizzare la regione zigomatica portando ad una corretta armonizzazione delle varie parti del viso.
Per fare questo si rende quasi sempre necessario eseguire l’intervento chirurgico sia a livello del mascellare che della mandibola, customizzando i movimenti chirurgici sul singolo paziente.